Schermata 2025 05 15 alle 11.00.26L’Unità di Epidemiologia Socio-Sanitaria dell’Istituto di Fisiologia Clinica, guidata da Sabrina Molinaro, ha recentemente portato all’attenzione, anche del grande pubblico, una delle tematiche più urgenti emerse dallo studio ESPAD®Italia 2024: l’aumento preoccupante della diffusione di violenza tra i più giovani. Si tratta di una generazione che convive con la violenza, spesso senza rendersene conto. I risultati, frutto di una ricerca su 20 mila studenti e circa 250 scuole italiane, offrono uno spaccato preoccupante: il 40,6% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha partecipato almeno una volta a zuffe o risse, un dato che proiettato sulla popolazione scolastica equivarrebbe a circa un milione di adolescenti coinvolti.Inoltre, il 10,9% ha assistito a scene di violenza filmate con un cellulare, segno che questi episodi vengono non solo visti, ma spesso condivisi e amplificati digitalmente, contribuendo a una sorta di “normalizzazione” della violenza.

Secondo i dati raccolti emerge che il 3,4% ha portato con sé armi come coltelli o tirapugni a scuola, con un incremento quasi doppio rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno sembra sempre più legato anche all’uso di sostanze psicoattive e all’influenza dei social e rappresenta oggi un campanello d’allarme per tutto il sistema educativo e sanitario.Cosa dicono questi dati? L'aumento della violenza tra gli adolescenti, così come l’uso e il possesso di armi, riflette un disagio che va intercettato prima che degeneri. È fondamentale leggere questi segnali non solo come fenomeni individuali, ma come sintomi di un malessere più ampio che coinvolge famiglie, scuole e società nel suo complesso. La violenza, inoltre, assume anche una funzione “sociale”: secondo i dati raccolti, molti ragazzi la utilizzano per sentirsi accettati all’interno del gruppo, come forma di legame, seppur disfunzionale. Le ragazze, pur coinvolte in misura minore, manifestano sempre più spesso forme di aggressività emotiva e verbale, spesso amplificate dall’uso dei dispositivi digitali.

“Siamo di fronte a una generazione profondamente immersa nel digitale, che rischia di sottovalutare la gravità della violenza, soprattutto quando mediata da uno schermo — spiega ancora Molinaro —. Lo studio ci mostra come riprendere e condividere episodi violenti sia diventato quasi normale per molti adolescenti, alimentando un pericoloso distacco emotivo. In un contesto in cui la violenza può trasformarsi in contenuto virale, si smarriscono empatia, responsabilità e senso del limite”

L’eco mediatica di questi risultati è stata immediata e vasta: Corriere della Sera, La Nuova Sardegna, TG5, TGCOM24, RAI News, Porta a Porta e Radio 24 hanno dato ampio spazio all’allarme lanciato da ESPAD e dall’Epidemiologia di IFC. Un segno del ruolo cruciale della ricerca pubblica non solo nel raccogliere dati, ma anche nel generare consapevolezza e stimolare risposte concrete da parte della società e delle istituzioni. Di seguito la raccolta delle più recenti uscite stampa:

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Violenza

02/04/25

SABRINA MOLINARO

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LA NUOVA SARDEGNA

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