Il Laboratorio di Biochimica Cardiovascolare si occupa da molti anni dello studio di sostanze biologicamente attive coinvolte nella patofisiologia cardiovascolare e metabolica.
La conoscenza dei meccanismi molecolari associati alla eziopatogenesi delle diverse malattie e l'individuazione di molecole in grado di caratterizzare in maniera univoca un dato processo biochimico (biomarcatori) sta assumendo sempre maggiore importanza in ambito clinico. L'utilizzazione di biomarcatori in sinergia con informazioni ottenibili dalla valutazione clinica e da tecniche di immagine permette di migliorare il processo decisionale clinico.
La collaborazione con unità cliniche e sperimentali dell'IFC-CNR permette di disporre sia di una banca biologica costituita da campioni ematici relativi a condizioni cardio-metaboliche ben caratterizzate sia di campioni (ematici e tessutali) da modelli animali, finemente caratterizzati con tecniche di immagine (PET, RM), sia di cellule in coltura (cellule endoteliali, cardiomiociti).
Per la valutazione di nuove molecole per "marcare" i vari processi biochimici correlati alla fisiopatologia cardiometabolica viene seguito l'approccio della medicina molecolare determinando, per ciascuna molecola, espressione, produzione, rilascio e meccanismo di azione.
Per la misura dei biomarcatori a livello proteico sono utilizzati saggi immunometrici specifici, Western Blot e tecniche immunoistochimiche mentre tecniche di RT-PCR e Real-Time PCR sono utilizzate per la valutazione della espressione a livello di mRNA. Allo stesso modo viene effettuata la caratterizzazione dei recettori e dei secondi messaggeri. Inoltre, sfruttando l'alta omologia tra le specie, viene effettuato il sequenziamento di geni d'interesse non ancora presenti nella Gene Bank.
Attualmente il laboratorio di Biochimica Cardiovascolare indirizza l'attenzione su indicatori specifici dei principali processi molecolari associati alla patologia cardio-metabolica: infiammazione (citochine pro- e anti-infiammatorie), apoptosi (caspasi e sistemi di regolazione, HSP), fibrosi e rimodellamento (MMP e inibitori, OPN, collagene), disfunzione endoteliale (CNP, ET-1), danno miocardico (H-FABP, IMA), sistema delle adipochine (adiponectina e recettori, leptina, grelina).
Una delle applicazioni più promettenti dei biomarcatori è costituita dalla possibilità di individuare un panel di sostanze biologicamente attive, la cui determinazione a livello periferico permetta, partendo da determinazioni ematiche relativamente semplici, poco costose e non invasive, di individuare quei soggetti da indirizzare a una valutazione più approfondita, con una conseguente riduzione dei costi sanitari.

Staff:
Silvia Del Ry (Ricercatore CNR)
Chiara Caselli (assegno di ricerca CNR post-PhD)
Manuela Cabiati (assegno di ricerca CNR post- PhD)