Immaginiamo un sistema che, basato su un network di database, porti direttamente nei pc, tablet e smartphone delle persone la possibilità di navigare, magari in 3D, a vari livelli di risoluzione: dai tessuti, alle singole cellule, ai sistemi intracellulari, alle singole molecole (proteine, acidi nucleici ed altre), fino agli atomi specifici coinvolti in una reazione, o responsabili di una mutazione alla base di qualche malattia genetica.
Monica Zoppè, biologa e ricercatrice CNR di IFC, da anni si dedica alla visualizzazione di fenomeni invisibili, come dimostrano i video prodotti negli anni con il gruppo SciVis (www.scivis.it). Il suo peculiare interesse a visualizzare l’invisibile le è valso un particolare importante riconoscimento, in quanto è stata invitata a partecipare, unica ricercatrice italiana, al workshop “Web molecular graphics: emerging technologies & standards”, tenutosi a Shonan, un villaggio giapponese a due ore da Tokyo, nei giorni 3-6 Dicembre 2018.
Il brainstorming collettivo di una ventina di persone, di svariata provenienza e nazionalità, oltreché con differenti background e competenze, ha discusso di ipotesi, soluzioni possibili, attuali e futuristiche, per affrontare la quantità di dati e informazioni sempre maggiore a disposizione sui fenomeni fisiologici e biochimici cellulari.
La vita nelle cellule (e ce ne sono moltissimi tipi diversi, anche solo tra quelle umane), può essere considerata un microcosmo di dieci milioni di volte più piccolo rispetto al mondo che percepiamo quotidianamente. In questo nanomondo, in cui il paesaggio è costituito da mitocondri, vescicole e nuclei (al posto di laghi, montagne e metropoli), non solo si muovono milioni di oggetti di varie dimensioni (in proporzione, dalle formiche ai grattacieli). In questo ambiente anche le leggi fisiche, pur essendo le solite, rispondono a comportamenti diversi da quelli che la gente conosce nel macromondo.
Le idee immaginifiche di Monica hanno entusiasmato tutti i partecipanti al workshop - dai programmatori, ai gestori di database, agli esperti di web technologies, e di realtà virtuale o aumentata – gettando le basi per standard di visualizzazione di fenomeni, non facilmente visualizzabili anche con le tecnologie più avanzate, ma sempre fedelmente rispondendo alla realtà misurata scientificamente. Questo approccio è molto promettente per l’ulteriore comprensione tramite la modellizzazione visiva di strutture spaziali complesse, come sono le cellule, tenendo in considerazione e migliorando l’esperienza percettiva dell’utenza finale.