È recentemente scomparso Giuseppe Rainaldi, Primo Ricercatore CNR di IFC. Il suo nome è sinonimo di biologia della cellula, terapia molecolare, interferenza RNA, microRNA. Non amava esporsi con le chiacchiere, piuttosto con i risultati scientifici sempre di altissimo livello.
Giuseppe Rainaldi dopo esser diventato ricercatore del CNR a Firenze, negli anni ‘70 si trasferisce all’Istituto di Mutagenesi e Differenziamento del CNR di Pisa. Il suo interesse nel campo della genetica lo ha portato ad occuparsi di genetica delle cellule somatiche di mammifero partendo dall’induzione e isolamento di mutanti di enzimi del metabolismo del DNA. Insieme ad un piccolo gruppo di giovani ricercatori ha messo su un team che si occupava specificamente di queste problematiche e che, grazie al suo impegno e tenacia, diventò uno dei gruppi più consistenti e produttivi dell’Istituto. Nello stesso periodo ha iniziato ad occuparsi di tumorigenesi, studiando in particolare modo l’instabilità genomica ed i meccanismi di riparazione del DNA che sono alterati nelle cellule tumorali. Dopo la fusione dell’Istituto di Mutagenesi e Differenziamento con l’Istituto di Fisiologia Clinica, ha costituito il gruppo di ricerca di “Terapia Genica e Molecolare”: fra gli scopi fondamentali lo studio dei meccanismi molecolari che portano la cellula a diventare tumorale e, in collaborazione con l’ICGEB di Trieste e la Scuola Normale Superiore, la terapia genica. Ha anche iniziato ad esplorare il nascente mondo del silenziamento genico partendo dai ribozimi, passando per i siRNA, fino ad approdare ai microRNA, intuendo l’importanza di queste piccole molecole regolatorie nel processo di tumorigenesi. Grazie al suo lavoro sui microRNA e il cancro ha creato una fiorente collaborazione con l’Istituto Toscano Tumori tutt’ora in essere.
“Chiunque abbia avuto il piacere di conoscere Giuseppe Rainaldi, Pino, non ha potuto fare a meno di considerarlo un punto di riferimento. Pino era senza dubbio un ricercatore brillante e curioso, con un intuito spiccato e un grande fiuto per l’esperimento giusto. Ma quello che colpiva di più di lui erano la sua integrità e professionalità. Pino ha sempre rappresentato un elemento di aggregazione, perché non si stancava mai di costruire, di cercare terreni comuni e di investire nelle persone per tirar fuori da loro il meglio. Lo faceva con determinazione, pazienza, profonda attenzione per le inclinazioni individuali e, spesso, con una battuta di spirito.
È stato per tutti noi un mentore e portiamo vivi nelle nostre vite professionali e umane i suoi insegnamenti.
I suoi colleghi, i suoi collaboratori, i suoi ragazzi”