L’ecografia polmonare è un’applicazione relativamente nuova degli ultrasuoni, che consente in modo semplice e accurato di valutare alcune condizioni patologiche respiratorie.
Proprio nell’Istituto di Fisiologia Clinica questa metodica è stata proposta per la prima volta per lo studio della congestione polmonare nello scompenso cardiaco, con gli studi pioneristici di Eugenio Picano. Negli anni le possibili applicazioni si sono sempre più allargate, e adesso, grazie a un finanziamento del Ministero della Salute nell’ambito dei progetti Ricerca Finalizzata, le potenzialità dell’ecografia polmonare saranno studiate anche nella cardiochirurgia pediatrica, con un progetto che vede la collaborazione di Luna Gargani con i colleghi dell’Ospedale del Cuore di Massa della Fondazione G. Monasterio, Massimiliano Cantinotti, Raffaele Giordano, Ettore Remoli.
L’impiego dell’eco polmonare in una popolazione fragile come quella dei neonati e bambini con cardiopatia congenita dovrebbe portare a un miglioramento nella gestione delle complicanze respiratorie dopo l’intervento chirurgico, con un esame che consente la visualizzazione dinamica del polmone, che può essere ripetuto molte volte al letto del paziente, e che non impiega radiazioni ionizzanti. Un approccio nuovo, nell’ottica di una sostenibilità economica e biologica delle procedure diagnostiche, nella quale IFC ha dato importanti contributi.
L’utilizzo dell’ecografia per lo studio del polmone, considerato fino a poco tempo fa addirittura impossibile, negli ultimi anni ha avuto una rapida diffusione, soprattutto nelle terapie intensive e nei pronto soccorso, dove sta diventando il “super-fonendoscopio” del futuro, consentendo di velocizzare in modo significativo i tempi di diagnosi corretta, e garantendo un follow-up più stretto, con importanti ripercussioni non solo per la diagnosi, ma anche per la prognosi dei nostri pazienti.